Pietro Bonelli Group
In questo progetto si possono percepire echi, di tutte quelle influenze che hanno caratterizzato la scrittura musicale di Pietro Bonelli che vanno soprattutto dalla musica latina (Bossa Nova,Tango) al modern jazz.
Ecco un’altra di quelle recensioni “rimaste nel cassetto” che ora mi affretto a pubblicare con implicite scuse per il ritardo.
Pietro Bonelli è un chitarrista jazz che, oltre ad insegnare al Vittadini, ha una pregevole carriera come solista o leader di gruppi musicali.
Sebbene abbia iniziato con lo studio della chitarra classica, negli anni ’80 la passione per la musica jazz lo porta inevitabilmente all’uso dell’elettrica con cui può esplorare i terreni variegati di questo genere così intrigante e avventuroso.
Ma Pietro non è un “talebano” del jazz e non disdegna incursioni nella musica latina (con il Brasil Project prima, e con il Progetto Bossa poi), nel Funk (con i Funky Five), nella musica “manouche” o nello Swing più tradizionale (con Tamboo e i Tamboo).
Ma il “suo” jazz, quello che ama di più, quello con cui cerca di esprimere le emozioni che sente e vorrebbe trasmettere a chi lo ascolta, è quello contenuto il Solea (del 2004) e in questo nuovo Shag’s Airport.
Rispetto al precedente, questo nuovo lavoro si presenta più compatto, più definito e convinto; ma anche più sereno e consapevole.
Con uno stile che si potrebbe collocare tra il Metheny di Wichita Falls e un tardo Larry Carlton, lasciando da parte ogni velleità di inutili tecnicismi, quello che ottiene è un disco arioso, seducente, ricco di atmosfere affascinanti, di temi intriganti.
Mi è capitato di ascoltarlo in auto e il risultato è stato che è rimasto nel lettore per un paio di giorni: non mi decidevo a levarlo. Se al primo ascolto mi ero dedicato a capirne le partiture, poi è diventato una perfetta colonna sonora per lo scorrere della giornata.
Accompagnato (il disco è accreditato al Pietro Bonelli Group) da Mario Zara, Giorgio Di Tullio, Ezio Salfa (che, come Zara, firma almeno un brano dell’album), Louis Casih e Giorgia Barosso, Bonelli ha realizzato forse il suo lavoro migliore.
Furio Sollazzi
Pavia, 22/10/2013
Sono rimasto piacevolmente sorpreso all’ascolto di questo ultimo Album del Pietro Bonelli Group.
Rispetto al precedente Soleà, già prodotto raffinato ed estremamente armonioso, ho apprezzato la notevole crescita di Pietro e dei suoi musicisti.
Il suo Swing affascina, il Ritmo incanta, l’Armonia è eccellente.
Impossibile non abbandonarsi al desiderio di ascoltare l’album più e più volte.
In base alla mia ormai pluriennale esperienza, mi sento in grado di prevedere per il Pietro Bonelli Group, un grande futuro e sempre crescente successo.
Lucio Gnalducci
Presidente del Jazz Club Arezzo